sabato 3 settembre 2011

SCIOPERO GENERALE 6 SETTEMBRE 2011

  Il Cantiere ZonaRossa parteciperà allo  sciopero generale che si terrà a bari il 06/09/2011 c.m. Bisogna mobilitarsi in modo massiccio contro i provvedimenti del governo, che in un momento di forte crisi economica mortifica il paese con due manovre economiche che tagliano i servizi alla sanità e ai servizi pubblici, che mette in difficoltà i lavoratori e i pensionati con l'aumento di tasse, che mettono in discussione il contratto nazionale. Tutto questo ha ancora peggiorato la situazione del paese, dissocupazione specialmente nel meridione. Bisognerebbe ad esempio, attuare manovre più consapevoli che taglino lo spreco di denaro impiegato per le spese militari e le guerre, lottando contro l'evasione fiscale, tassando nel giusto modo le grandi ricchezze, dimezzando il numero di parlamentari, ridare dignità ai lavoratori e ai servizi pubblici.

lunedì 22 agosto 2011

COMUNICATO STAMPA "FESTA DELLA LEGALITA' 25 AGOSTO"


Il Cantiere ZonaRossa nasce dopo l'entusiasmo di alcuni giovani cegliesi scaturito dalla partecipazione e dall'esito positivo dei referedum del 12 e 13 giugno 2011, che ha visto la mobilitazione degli stessi all'interno del comitato per il SI.

"Siamo un gruppo di giovani ispirati dai valori del socialismo, antifascismo e antirazzismo. Siamo per la difesa delle classi più deboli, quali lavoratori, emarginati e vittime del nostro sistema. Rifiutiamo qualunque forma di discriminazione. Siamo un gruppo autonomo tuttavia aperto alla collaborazione con organizzazioni di massa (partiti e sindacati).Sarà un centro di aggregazione giovanile dove ognuno potrà contribuire allo sviluppo del gruppo e partecipare alla costruzione di un luogo di fermento culturale e sociale, alla ricerca di un modo diverso di investire il nostro tempo. Lavoreremo al recupero degli spazi pubblici abbandonati, attraverso proposte di animazione e culturali(concerti, rassegne cinematografiche, presentazione di libri, mostre fotografiche etc…)."

Il 25 agosto abbiamo deciso di creare un evento sulla legalità grazie all'aiuto dell'Associazione Antiracket di Ceglie Messapica. Il tentativo è quello di mobilitare la popolazione e in particolare i giovani su un tema così importante in un momento in cui sfugge a molti il concetto di legalità, specialmente alle massime istituzioni. Il nostro invito è rivolto a chiunque voglia partecipare portando il suo contributo artistico e non. Oltre ai gruppi musicali che si esibiranno, sarebbe bello vedere gente aggregarsi e creare il proprio spazio, il proprio banchetto espositivo, ecc ecc. CREARE SPAZI SOCIALI.

Si esibiranno vari gruppi musicali dello scenario locale, tra cui le Risonanze Folk e i Museum.

Interverranno durante i dibattiti Rosa Stanisci e a continuare Giuseppe Vergine di Libera associazione nata per la lotta alla mafia.

L'appelo a tutti è quello di partecipare in massa, il nostro paese ha bisogno di mobilitazione e aggregazione.

giovedì 11 agosto 2011

C.I.E. : LAGER DI STATO

Nel 1990 la Legge Martelli affrontò la questione migratoria definendola come un
problema di ordine pubblico, venne in seguito modificata con la Legge Turco-
Napolitano, che istituì i C.P.T. (Centri di Permanenza Temporanea) , ovvero strutture
carcerarie in cui gli immigrati che pochi giorni prima godono dello stato di uomini
liberi, vengono reclusi: l'unico delitto da loro commesso è quello di essere sprovvisti di
permesso di soggiorno.
I C.P.T. Nascono nel 1998 e rappresentano una delle peggiori crudeltà del XXI secolo ;
dall'anno della loro infame nascita hanno però, subito modifiche giuridiche sempre
peggiori che hanno raddoppiato la durata dell'internamento e hanno rafforzato la
crudeltà e i soprusi di chi le gestisce. Nel 2002 la Legge Bossi-Fini rende quasi impossibile il soggiorno regolare dell'immigrato e prevede maggiori restrizioni nei confronti di persone che provengono da Paesi che non provvedono al rimpatrio. 
Questa Legge inoltre aumenta il limite minimo di permanenza nei campi, potandolo da 30 a 60 giorni e considera clandestini a tutti gli effetti coloro che violano le norme. Le ultime modifiche affidate a Maroni, puniscono il reato di clandestinità introducendo la reclusione da 1 a 4 anni e pene pecuniarie fino a 10.000 Euro.
Il prezzo per rinnovare un permesso di soggiorno va dagli 80 ai 200 Euro, inoltre
l'immigrato deve presentarlo per usufruire dei servizi pubblici o per qualsiasi altro
atto civile.Lo Stato come sempre, dimostra di voler trarre vantaggi economici da ogni questione.
Intanto i C.I.E. funzionano come veri e propri Lager di Stato, non con altri nomi
potrebbero essere definiti dato che sono simili ai Lager nazisti : vengono rinchiusi
individui presumibilmente pericolosi, che spesso hanno un progetto migratorio preciso,
che potrebbero mettere in pratica se l'Europa non gli negasse questa possibilità,
vengono condannati per reati che non hanno commesso e privati dei loro diritti civili e
politici ma soprattutto della loro Libertà , che rimane sempre e comunque la cosa più
essenziale.


Stefania Sportelli



sabato 6 agosto 2011

"GOLF E TURISMO - UNA RICETTA PER IL SUD" - UNA RICETTA PER LA TRIBÙ MESSAPICA


Ieri 5 agosto abbiamo preso parte al tanto atteso evento che porterà la civiltà nel nostro paese… ma non solo (comuni partecipanti: Ceglie Messapica, Ostuni, San Michele S., Carovigno, Fasano).


Al convegno erano presenti alcune personalità di spicco, tecnici del settore e politici… quali Cesare Fiorio, Domenico Tanzarella, Nicola Marmo.
Tutti "in qualche modo" hanno spiegato il progetto dai propri punti di vista… 
Il NUOVO FLUSSO ECONOMICO, da quanto appreso durante il convegno, dovrebbe portare un nuovo look all'economia locale e dei paesi limitrofi grazie al golf e al mondo che attorno ad esso orbita (ci sembra un'idea azzardata e fantasiosa). Ma ciò non basta, a detta dei relatori il Sud sarebbe INDIETRO DI 25 ANNI PROPRIO PER L'ASSENZA DI QUESTI IMPIANTI, tanto da far SENTIRE MORTIFICATI ALCUNI DEI PROMOTORI DEL PROGETTO (quasi come fossimo una tribù poco civilizzata).
Ciò che ci lascia più perplessi è che (come affermato durante l'incontro) "IL PRIVATO NECESSITA DELL'AIUTO DEL PUBBLICO" - in parole povere progettare, sviluppare, costruire gli impianti col contributo delle nostre tasche (come è già accaduto per l'organizzazione di questo evento).
DA TUTTO CIÒ CHI NE TRARRÀ PROFITTI? IL SINGOLO CITTADINO O PRIVATI IMPRENDITORI? (problema posto anche dal sindaco di Ostuni, Domenico Tanzarella)

Altra questione preoccupante, se non di prim'ordine, è quella AMBIENTALE (vedi nota del 2 agosto, 2011). Ci hanno rassicurato che la soluzione c'è: basterebbe utilizzare gramigna geneticamente modificata per il manto erboso.
Ci sembra paradossale che un prodotto OGM possa integrarsi naturalmente nel nostro territorio.
Questo mondo da ricchi sceicchi non appartiene alla nostra cultura.

Riteniamo che siano altri gli investimenti strutturali da fare in questo Paese per risollevare l’economia. Basta con la devastazione del territorio! Basta con queste grandi opere che portano denaro a pochi e svantaggi a molti! Lavoriamo su un uso più funzionale ed ecosostenibile per la cittadinanza del territorio.

SARÀ MAI POSSIBILE COSTRUIRE QUESTI IMPIANTI GOLFISTICI  DATI I VINCOLI AMBIENTALI E LA SITUAZIONE DEL PUG?

COME SI ESPRIMERANNO LA REGIONE E IL CONSIGLIO COMUNALE  - di Ceglie - IN MERITO?

MA SOPRATTUTTO NON SPECIFICANO LE AREE INTERESSATE - questo atteggiamento confusionale desta parecchi dubbi.

Maria Domenica Maggiore - Marco Biondi

giovedì 4 agosto 2011

NOTA PER IL 5 AGOSTO - "GOLF E TURISMO - UNA RICETTA PER IL SUD"

Il CantiereZonaRossa nella giornata di domani 5 agosto, in occasione del CONVEGNO "GOLF E TURISMO - UNA RICETTA PER IL SUD", intende chiarire la sua posizione. Non abbiamo indetto nessuna manifestazione non autorizzata nei pressi del Castello Ducale.
LA LINEA DEL CANTIERE È QUELLA DI AGIRE NELLA MASSIMA LEGALITÀ E TRASPARENZA.
Il nostro comunicato stampa ha SOLO VALENZA INFORMATIVA.

Attenderemo l'evoluzione della vicenda prima di intraprendere la strada della "battaglia".
RIBADIAMO LA NOSTRA AUTONOMIA!

CantiereZonaRossa

venerdì 29 luglio 2011

Mentre in Italia si discute, la Libia viene(da noi) espugnata

“Art. 11 della costituzione: L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”
 
eppure…
Nella guerra imperialista in Libia l’Italia conduce il maggior numero di missioni. Non si tratta, come ci vogliono far credere, di missioni di ricognizione o soccorso ne tanto meno di guerra elettronica anti-radar, ma di veri e propri bombardamenti condotti con i tornado e gli AV-8B della marina. Anche se queste notizie sono boicottate dalla maggior parte degli organi di informazione, che tentano di mascherare la natura guerrafondaia del governo, fortunatamente vi sono ancora network liberi che ci informano di ciò che accade realmente.
Ma quali sono i costi della spedizione in Libia?
Sul piano militare l’impiego di aerei e navi nel primo mese di guerra ha raggiunto quasi 50 milioni di euro, considerando 1200 ore di volo per veicoli che hanno costitra i 10000 e i 62000 euro. Le 5 navi schierate di fronte alle coste libiche costano quasi 350000 euro al giorno. Alle spese ci sarà da aggiungere l’uso di bombe e missili, i cui costi variano dai 30/40 mila euro per le bombe guidate a quasi un milione di euro per un missile di crociera (storm shadow). L’attuale stima dei costi della guerra imperialista supererebbe il miliardo. Mentre il governo del Paese taglia i fondi sulla sanità, sulla ricerca, sulla scuola pubblica e non affronta i grossi problemi a livello occupazionale nascondendosi dietro lo spauracchio della crisi economica, si stanziano ingenti somme per guerre di interesse gravando sulle tasche e sul futuro dei cittadini.


Tommaso Putignano 

sabato 23 luglio 2011

Chi siamo...


Siamo un gruppo di giovani ispirati dai valori del socialismo, antifascismo e antirazzismo. Siamo per la difesa delle classi più deboli, quali lavoratori, emarginati e vittime del nostro sistema. Rifiutiamo qualunque forma di discriminazione.

Siamo un gruppo autonomo tuttavia aperto alla collaborazione con organizzazioni di massa (partiti e sindacati).

Sarà un centro di aggregazione giovanile dove ognuno potrà contribuire allo sviluppo del gruppo e partecipare alla costruzione di un luogo di fermento culturale e sociale, alla ricerca di un modo diverso di investire il nostro tempo.

Lavoreremo al recupero degli spazi pubblici abbandonati, attraverso proposte di animazione e culturali(concerti, rassegne cinematografiche, presentazione di libri, mostre fotografiche etc…).

giovedì 21 luglio 2011

C'era una volta la TAV: Perchè dire NO




  

Diciamo no perché sarebbe un’opera inutile per vari fattori tra cui l’impatto ambientale e   i costi insostenibili. Sulla base dei dati economici indicati nel progetto preliminare 2010 si può stimare che la realizzazione dell’opera presenti, solo per le finanziare pubbliche italiane un preventivo di circa 12/13 miliardi di euro, come a dire l’equivalente di tre ponti sullo stretto di Messina (opera tra l’altro mai realizzata). 
Poiché lo stato italiano non dispone di queste somme dovremmo accendere mutui con le banche, di durata presumibilmente trentennale: significa che al preventivo occorrerebbe aggiungere altri 4 miliardi per interessi, arrivando a un totale di 16/17 miliardi di euro (mezzo miliardo di debito pubblico annuale per trent’anni solo per la TAV).
Altre forti motivazioni che spingono al dissenso vero la costruzione dell’opera sono: la crescita dell’intreccio perverso partiti-imprenditori-mafia. Ciò fa si che avvenga il trasferimento di denaro pubblico nelle tasche di privati e imprenditori spesso collusi con i poteri forti. La questione più grave sta nel fatto che tutto ciò non solo viene tollerato dall’opinione pubblica ma che entri a far parte della cultura dominante… E il territorio? La TAV avrebbe un impatto devastante, compromettendo in modo irreversibile risorse ambientali e la salute dei cittadini, sottraendo suolo alla valle soprattutto alle rare zone pianeggianti.
Lungo tutto il territorio attraversato, tunnel e interramenti, andrebbero ad intaccare l’equilibrio idro-geologico con elevata probabilità di perdite di sorgenti e impoverimento di torrenti, oltre ad impatti negativi sulle colture, sui boschi e a carico dell’assetto urbanistico del paesaggio, con la conseguente distruzione di alcuni siti archeologici di notevole importanza presenti sul territorio. I rischi maggiori deriverebbero dall’estrazione e trattamento di rocce che in alcuni tratti contengono amianto e uranio, trattamento che per molti versi è identico a quello delle scorie nucleari, che abbiamo rifiutato grazie al referendum.

[Fonti: Osservazioni ai progetti 2010 della Comunità Montana Valli Susa e Sangone, Osservazioni ai progetti 2010 delle Associazioni ambientaliste nazionale]

Tommaso Putignano

C'ERA UNA VOLTA LA TAV...

Imponente lo schieramento di guerra messo in campo dall’attuale Governo, con ritorsioni in perfetto stile nazi-fascista contro la popolazione della Val Susa e il suo territorio. Inoltre, denuncia il movimento, centinaia di carabinieri ed agenti di polizia hanno presidiato l’area della Maddalena, impedendo il transito perfino ai vignaioli locali, i quali si sono ritrovati a subire numerosi danni alle piantagioni a causa dell’uso dei gas tossici. Sconcertante  è stata anche l’occupazione da parte  della polizia delle stanze del Museo Archeologico.

 "Ciò ha portato le dimissioni dell’Ass. alla cultura di Chiomonte Cristian Uran, uscito in lacrime dall’ufficio del sindaco e denunciando come la polizia si sia piazzata nelle stanze del museo senza neppure chiedere il permesso “E lassù nei boschi della Maddalena – ha concluso – c’è una devastazione vergognosa. È troppo" [Ansa]

Infatti numerosi sono i reperti archeologici distrutta dall’incuria delle forze dell’ordine, forze che dovrebbero difendere i cittadini e la loro cultura, cosa che ai fatti non è corrisposta al vero.


La premeditata e violenta repressione militare del Governo ha trovato come emblema il lancio di lacrimogeni ad altezza uomo(video) contro i manifestanti, azione criminale, che avrebbe potuto anche causare il morto. Impressionanti le immagini dei video diffusi in rete nei quali si possono sentire spari di lacrimogeni ad un ritmo serratissimo con il chiaro obiettivo di asfissiare quante più persone possibili.


Quest’azione ha provocato, durante gli scontri, il ferimento di un manifestante colpito da un lacrimogeno sparato ad altezza uomo. Ad aggravare il quadro c’è la denuncia da parte dei manifestanti in rete dell’uso del gas CS, un’arma chimica vietata persino in guerra ma che lo stesso stato continua ad utilizzare contro le masse durante le lotte. Si tratta di un gas cancerogeno che, oltre a danneggiare gravemente i polmoni, può nuocere al cuore e al fegato e, se è esposti a lungo, c’è una significativa possibilità di effetti letali a causa del cianuro che viene accumulato nei tessuti umani. Più tardi verranno denunciate cariche anche a gruppi in cui erano presenti bambini e anziani ma anche l’uso di idranti, di proiettili di gomma e il lancio di pietre contro i manifestanti. A conclusione della storica giornata di rivolta della Val di Susa contro l’arroganza del governo si conteranno 5 arrestati e 223 feriti NO TAV. Un giovane di 29 anni, ricoverato in ospedale con fratture al setto nasale e alle braccia e con contusioni in più parti del corpo, denuncia di essere stato torturato e massacrato a colpi di manganello durante una violenta carica delle forze dell’ordine, non solo durante gli scontri ma anche in barella, poco prima di essere trasportato dall’ambulanza. Il giorno dopo sul sito dei NO TAV, compare l’invito a segnalare al pool di avvocati del coordinamento eventuali danni a persone e cose e a testimoniare sui fatti violenti, illeciti e illegali, compresi gli insulti e la minacce pronunciate dagli agenti di polizia”.

Nasce spontanea una domanda. Che la polizia possa oggi essere uno strumento repressivo del potere, usato per spegnere con il sangue ogni forma di protesta?

Tommaso Putignano